ECCO PERCHE' NON SI VA AL VOTO: PDL E PD AI MINIMI STORICI, LEGA E FINIANI VOLANO NEI CONSENSI

02.09.2010 12:30

 

I sondaggi di Mannheimer spiegano perché Berlusconi ha fatto un passo indietro rispetto all’ipotesi elezioni: oggi il premier dalle urne ha tutto da perdere.

4958895503 3dc32dc90e o Ecco perché non si vota: Pd e PdL al minimo, volano Lega e finiani

E’ un problema di numeri. Non solo quelli parlamentari, ma anche – e soprattutto – quelli dei sondaggi. Il motivo per cui oggi il Paese non è stato trascinato a nuove elezioni non risiede nel senso di responsabilità della maggioranza, né nell’intervento astrale di qualche forza più potente e responsabile. Semplicemente, se si andasse oggi alle urne, Berlusconi rivincerebbe. Ma le dimensioni della sua vittoria sarebbero talmente ridotte da far pensare a un trionfo della Lega e di altre forze, sempre riconducibili al centrodestra.

MANNHEIMER SONDA – Renato Mannheimer sul Corriere della Sera ci riporta i risultati dei sondaggi di Ispo, che spiegano perfettamente qual è l’attuale situazione: il Popolo delle Libertà è sotto il 30% (29,7%), lontano anni luce dai risultati riportati alle precedenti elezioni politiche, e anche al di sotto della media conseguita alle Europee e alle Regionali 2010. Anche il Partito Democratico arranca appena sopra al 26%, mentre l’Italia dei Valori mantiene il suo 6,3% ‘di posizione’, arretrando anch’essa rispetto alle Europee.

E CHI VINCE? – A riportare buoni risultati nei sondaggi sono i due partiti che pressano il PdL a destra e a sinistra: la Lega si avvia a toccare quel 12% che ne fa l’ago della bilancia del sistema politico, come era ai suoi tempi il Partito Socialista di Bettino Craxi. E i finiani si portano a casa il 6,3%, una percentuale che li pone appena al di sotto dell’IdV e dell’Unione Democratica di Centro, anche se FLI è in calo rispetto a luglio. Se si votasse davvero, scrive Mannheimer, l’alleanza di centrodestra potrebbe ancora prevalere, anche se di poco, sia al Nord che al Sud e alla Camera come al Senato. Ma lo scenario potrebbe cambiare nei prossimi giorni, quando una buona fetta di indecisi potrebbe scegliere di stare da una parte o dall’altra, e Fini deciderà cosa fare da grande. La situazione potrebbe farsi molto più ingarbugliata. E non sarebbe la maggioranza a giovarne.

 

 

Fonte: Giornalettismo.it